Il Palazzo delle Esposizioni torna a riflettere sui grandi temi contemporanei attraverso i migliori documentari provenienti da tutto il mondo, che Internazionale presenta a Roma dopo il festival di giornalismo di Ferrara.
Film che richiedono anni di produzione non sembrano l’ideale per guardare all’attualità, invece mai come quest’anno dalle oltre cento opere visionate per il programma è emerso un tema corrente che avrebbe potuto imporre un percorso quasi monografico: l’ondata globale populista e settaria con cui facciamo i conti quotidianamente.
Assecondarlo avrebbe imposto un tono minaccioso e depressivo a cui non abbiamo voluto cedere, ma restano due film fondamentali come Alt-Right: Age of Rage sulla nuova estrema destra americana, e Eurotrump sul ruolo chiave a livello europeo del populista olandese Geert Wilders, sufficienti a tracciare un asse che parla chiaro anche di altri contesti.
Su un fronte opposto, non troppo diversi risultano cameratismo, ottusità e cinismo degli islamisti radicali che Recruiting for Jihad ci mostra al lavoro in Europa, a testimonianza che siamo di fronte a un allarme politico e culturale che trascende le ideologie.
Come sempre con Internazionale a Roma, è però guardando più lontano che troviamo spunti per rileggere il presente: El país rotoci conduce in un viaggio in uno dei paesi più profondamente in crisi al mondo, il Venezuela, Kinshasa Makambocelebra il coraggio dei giovani che nella Repubblica Democratica del Congo lottano per un cambio di potere e libere elezioni, con Whispering Truth to Power andiamo per la prima volta in Sudafrica a conoscere la straordinaria giudice Thuli Madonsela.
Nella tradizione della rassegna non mancano un omaggio al miglior giornalismo in Under the Wire, ritratto della leggendaria reporter Marie Colvin, caduta nel massacro della città siriana di Homs, e un film urgente che alza l’asticella e lo sguardo ponendo una domanda decisiva: What is Democracy?